Tutto sommato, il mercato "industriale" offre (offriva? vedremo...) una scelta sufficiente a coprire la quasi totalità delle esigenze. E questo relega un po' la liuteria ad una nicchia per "fanatici" perfezionisti.
C'è però un ... però.
La crisi del mercato musicale, ed in particolare della musica rock, sta forzando una certa evoluzione del linguaggio della chitarra, facendo non dico emergere ma quantomeno germogliare nuovi artisti alla ricerca di un sound e un'immagine talvolta molto diversa rispetto al passato.
Faccio un nome: Tosin Abasi. Guardate un po' una delle sue chitarre
Pensiamo ai fanned frets, che obiettivamente in molti settori piuttosto "estremi" stanno prendendo piede in modo importante (nota: ogni corda ha una lunghezza diversa, permettendo di ottimizzare la nota con il diapason e lo spessore... chi usa questi strumenti dice che ci si abitua in poche ore alla differenza)
I grossi calibri, i soliti nomi mondiali della produzione di strumenti, non riescono e non vogliono (probabilmente) correre dietro a queste che possono essere delle "mode" passeggere. Per loro qualsiasi modifica, o nuovo modello, costa moltissimo in termini di sviluppo, produzione, promozione e distribuzione.
In effetti, questa evoluzione dello strumento ha luogo principalmente nelle liuterie (o in aziende comunque molto piccole).
Da cui, il fatto che se si vuole avere qualcosa di originale per le mani, probabilmente ci si deve rivolgere a piccoli nomi.
L'obiezione principale alla liuteria è che compri uno strumento dal nome sconosciuto, senza mercato in futuro, e senza una "standardizzazione" che lo possa inquadrare nei soliti settori del mondo chitarristico.
Questo è abbastanza vero.
C'è da dire che se vuoi un suono Fender o Gibson, la scelta migliore rimane comprare Fender o Gibson. Se si vuole strafare, si può prendere una Suhr per avere un miglioramento dell'aspetto costruttivo. Nomi buttati lì per farmi capire.
Del resto, se stai cercando di innovare la tua immagine e il tuo stile, probabilmente una chitarra dal look e dal suono anni 50 non è la scelta più indicata.
Resta invece abbastanza vero il discorso della svalutazione. Le chitarre di liuteria perdono molto valore.
E' anche vero che, seguendo il mercato, molti liutai stanno facendo un bel salto di immagine per cercare di compensare il gap.
In particolare, la vecchia liuteria "pinco pallo" senza catalogo che fa quel che vuoi tu sta diventando desueta.
Moltissimi liutai cercano invece, pur avendo sempre la possibilità di chiedere quel che si vuole da zero, di crearsi degli standard riconoscibili (come i marchi commercialmente più rinomati). Per cui, molti liutai propongono come prime scelte al cliente dei modelli standardizzati di loro ideazione, con comunque soluzioni molto creative e immediatamente riconoscibili come "fuori dagli schemi".
Questo aiuta sicuramente il cliente come base di partenza per le sue scelte, e crea comunque (grazie ad internet) un "brand" chiaro.
Non è più "la chitarra di liuteria" ma, "la chitarra XYZ" che è comunque di liuteria ma ambisce ad avere lo stesso appeal di marchi ben più noti.
Faccio un esempio di marchio che ha fatto il "salto" commerciale: Strandberg. Modelli molto originali, cura 100% artigianale, ma da qualche tempo l'ordine custom (sebbene sempre possibile, anche se molto più limitato rispetto al passato) ha ceduto al catalogo. E questo ha creato il boom nell'usato, credetemi. Chi compra usato, conosce lo standard di fabbrica e si regola di conseguenza. Ma si potrebbero fare altri esempi.
Riguardo al costo. Ovvio, raramente le liuterie offrono modelli finanziariamente entry level. Non se lo possono permettere (anche se ho visto modelli a 6-700 euro). Ma non sono così care come si possa pensare. Producono strumenti TOP e costano da strumenti TOP (dai 1500 euro in su). Del resto, avete dato un'occhiata al listino Gibson o Fender top di gamma?
In sostanza: si o no?
Come sempre: dipende.
La mia personalissima opinione è che per soluzioni "normali" in ambito chitarristico, probabilmente il mercato puramente "commerciale" è una scelta più che valida.
Se invece si vuole uscire dagli schemi, guardare alla liuteria (in particolare a quella attenta al marketing) permette di avere quel che si ha in mente (e forse anche un po' di più, parlando bene con il liutaio che può consigliare) senza perdere di default il 50-60% del capitale investito.
Tutta questa pippa per farvi sapere che oggi ho ordinato uno strumento di liuteria. Overload Guitars, fateci un giro, made in Italy (Roma)
